Better Software 2011 : resoconto del primo giorno

Firenze - Ponte vecchioQuest’anno per la prima volta ho avuto l’occasione di partecipare alla conferenza Better Software, a Firenze, evento sponsorizzato da ABS al fianco di altre società del mondo IT.

Better Software è una conferenza (organizzata da Develer s.r.l.) rivolta a sviluppatori, manager e professionisti del mondo IT. Quest’anno è giunta alla terza edizione, proponendo un insieme di conferenze e seminari presentati durante i due giorni della manifestazione (27-28 giugno).

Di cosa si è parlato in questi due giorni? Gli argomenti trattati sono stati molti e variegati.

L’organizzazione ha previsto lo svolgersi di talk (anche in contemporanea), suddivisi in tre “canali” paralleli, organizzati nelle sale dell’hotel Mediterraneo, ospite della manifestazione.
Nella sala Auditorium, più grande e capace di contenere fino a 300 persone, i temi trattati sono stati più “ad alto livello”, in larga misura orientati al mondo Lean/Agile; la sala Workshop (100 persone circa) ha ospitato momenti dedicati a tematiche più puntuali e particolari; infine talk di diversa natura sono stati svolti nella sala “Interactive”: qui relatori e pubblico si sono confrontati in modo molto attivo, principalmente riguardo a tematiche molto specifiche come codice legacy e problematiche di gestione delle aziende in fase di start-up.
Naturalmente, la concomitanza di diversi talk nello stesso momento ha comportato alcune scelte, più o meno difficili, ma devo dire che in nessun caso ci si è trovati davanti a qualcosa di poco interessante. Personalmente ho assistito a talk distribuiti tra le aule Workshop e Auditorium, spostandomi tra una e l’altra ogni mezz’ora o quarantacinque minuti (questa era la durata degli interventi).

Cronaca del primo giorno

All’arrivo, subito mi ha impressionato positivamente l’atmosfera: non ingessata, non seriosa… ma tranquilla e informale, e decisamente organizzata!!
L’attenzione ai dettagli è stata un tratto distintivo dei due giorni, dal kit di accoglienza (badge, borsa con blocco per appunti, programma della conferenza e depliant degli sponsor dell’evento) alla puntualità e alla gestione ordinata dei talk.
Il primo talk che ho seguito ha visto la presentazione di Node.js, un framework per l’esecuzione di javascript lato server. Visto il tempo non si è andati molto nel dettaglio, tuttavia si sono potuti osservare alcuni pregi e difetti di un approccio del genere: le alte prestazioni, con un linguaggio sempre più diffuso, il supporto nativo ai protocolli di rete (utilissimi anche per poter testare codice js tramite semplicissime socket). Un piccolo neo, emerso dalle domande della platea, è l’assenza nella versione attuale del supporto al multicore.
Luca Mearelli ha quindi presentato un talk davvero interessante, focalizzato sull’importanza del backoffice.
Questo elemento è di frequente considerato come di secondo piano (“prima bisogna arrivare sul mercato, al resto si penserà!”).
Il talk di Luca ha mostrato ancora una volta come non è così: per esempio, dare continuità (a livello grafico e di user-experience) tra front-end e back-end permette una minor confusione nell’utilizzo da parte di chi gestisce il servizio: gli utenti interni sono spesso una categoria poco ascoltata nella progettazione di applicazioni e servizi, ma proprio l’interazione con loro può fare la differenza tra un’interfaccia di amministrazione ben progettata e una poco utilizzabile.

Il Cloud Content Management è stato il protagonista del talk seguente: i due relatori hanno presentato le problematiche legate alla gestione dei contenuti, mirando ad eliminare le “sacche di inefficienza”.
E’ stata portata l’esperienza dell’agenzia regionale (Lombardia) per l’Istruzione, la formazione ed il lavoro (Arifl): per una collaborazione e una gestione ottimale delle informazioni, è necessario passare ad una nuova prospettiva, basata sul concetto di FRUIZIONE dei contenuti.
Ad ognuno dei soggetti coinvolti non è assegnato un singolo ruolo, ma avviene una negoziazione continua e costante delle posizioni, permettendo di volta in volta di adattarsi e rendere al meglio.

Franco Roman ha quindi presentato la tematica delle start-up e delle possibilità che il mercato offre nel far crescere le idee e farle diventare business: è il caso della solida realtà di H-Farm.

Nel talk successivo ci si è spostati più su un piano “legale”. L’avv. Carlo Piana ha introdotto il Cloud Computing sotto una luce diversa, puntando l’attenzione su diversi aspetti: la Privacy, osservando come bisogna dichiarare come e dove vengono conservati i dati a livello legale; le Licenze, aspetto fondamentale per un progetto cloud perchè è indipensabile informare correttamente con quale licenza il servizio viene distribuito; infine la Concorrenza, analizzata dal punto di vista della migrazione da una piattaforma ad un’altra e dei costi che questo passaggio comporta.

La mattinata è proseguita con il talk di Mark Boas sull’HTML5 e sulle nuove funzionalità, direttamente “dalle trincee”: dopo aver parlato di JPlayer (plugin per JQuery), si è passati ad analizzare le specifiche di HTML5 ed il loro supporto nativo all’audio-video. Le sorprese non sono mancate, prima tra tutte la scarsa compatibilità dei formati audio-video tra i differenti browser che richiedono la generazione di stessi contenuti sotto forme diverse, ma il futuro sembra comunque essere positivo (specialmente guardando ad Android): riuscirà HTML5 a mandare in soffitta i player Flash? Ai posteri l’ardua sentenza!!

Francesco Improta ha coinvolto tutti nella diatriba tra grafici e progettisti, ossia tra grafica e contenuti. L’analisi è stata fatta ad alto livello, ma ha saputo portare degli spunti interessanti, sia per quanto riguarda il concetto di grafica nel web, area in cui l’informazione ha un’importanza preponderante, sia riguardo la ricerca di un design che sia intuitivo, non nel senso di “semplice”, quanto capace di riflettere il modo di pensare dell’utente.

Il pomeriggio – dopo un pranzo anche in questo caso ottimo – si è avviato nel segno della User Experience. Per User Experience si intendono i livelli di progettazione attraverso i quali vengono proposte esperienze agli utenti finali. Il primo talk ha evidenziato la necessità di porre l’utente al centro del progetto, imparare ad ascoltarlo ed aiutarlo a prevedere il modo in cui interagirà con i servizi da sviluppare.

Il secondo talk ha spostato l’analisi della User Experience accomunandola al pensiero Lean, evidenziandone i punti di contatto (specialmente il concetto di valore del prodotto). Lo sviluppo ottenuto attraverso un ciclo continuo di raffinamento che porta a migliorare costantemente il prodotto (focalizzandosi sul testimone, e non sui corridori della staffetta), coinvolgendo in special modo i designer e mantenendo comunque il focus sull’utente. In questo modo si possono ridurre gli sprechi e arrivare a far convergere business, design e sviluppo.
La fase “UX” si è chiusa con il talk dal titolo “Evolutive User Experience Design”, in cui si è parlato di design evolutivo. La chiave di questo talk è stata la necessità di spostare il grosso delle attività di progettazione DOPO il rilascio, osservando l’utilizzo da parte degli utenti e basandosi su di esso per far evolvere il prodotto; mi è piaciuto molto vedere come le tematiche di questi tre talk si integrassero molto una nell’altra, seppur partendo da tre punti distinti – UX, lean ed evolutive design.
Marco Botton, di Balsamiq, ha proposto invece un approccio diverso alla progettazione e alla programmazione in generale: ripercorrendo la storia del software che si sono fatti apprezzare (soprattutto per la loro interfaccia) ha fatto presente in modo simpatico come anche nell’informatica chi sa “farsi amare” può fare molta strada!!

Il talk di Fabio Fabbrucci su Selenium – applicazione per web testing – ha proposto uno strumento sicuramente valido per testare le proprie applicazioni specialmente a livello grafico, in modo leggero e accattivante, con il merito/demerito di non entrare mai troppo in dettaglio nelle modalità di utilizzo.

Il talk conclusivo del primo giorno della conferenza è invece stato quello di David Welton: partendo dal libro Start Small, Stay Small: A Developer’s Guide to Launching a Startup, David ci ha dato dei consigli utili per creare una applicazione che non ci farà guadagnare milioni di Euro, ma che comunque può dare delle belle soddisfazioni. Devo dire che mi ha fatto venir voglia di comprare subito il libro!!

Gabriele Baroni
photo by pinomoscato

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