New Tablet &Apps: Il nuovo paradigma del mobile business

Il 21 Giugno scorso, al Politecnico di Milano, sono stati illustrati i risultati della seconda edizione dell’Osservatorio “New Tablet & Business Application” a cura della School of Management del Politecnico di Milano. Tra gli scopi dell’Osservatorio vi è quello di fornire una fotografia sullo stato di diffusione e adozione dei nuovi dispositivi Tablet e degli Application Store nel mondo aziendale, valutandone i differenti modelli di implementazione ed i relativi benefici ottenibili.

L’evento di quest’anno, dal titolo “New Tablet &Apps: Il nuovo paradigma del mobile business”, oltre a mostrare i nuovi risultati delle ricerche condotte dal Politecnico, vedeva la partecipazione di alcuni tra i maggiori esponenti di questo nuovo mercato, come Samsung, Vodafone, Telecom Italia, SAP, Olivetti, RIM e tanti altri.

Dimostrazione che il tema è sulla cresta dell’onda e sta riscuotendo sempre maggior attenzione sia tra i player di mercato sia tra i rappresentanti delle aziende di qualsiasi dimensione, l’Aula scelta per il convegno non è bastata a contenere tutti i partecipanti rendendo necessario dedicare un’altra aula adiacente per permettere a tutti di seguire agevolmente la discussione.

Il convegno si è aperto, come di consueto, con l’esposizione dei risultati della ricerca sul mercato italiano, presentati da Andrea Rangone e Paolo Catti. Sono stati coinvolti nelle interviste oltre 230 CIO d’imprese di tutte le dimensioni, 35 casi studio e altre centinaia di interviste e fonti secondarie.

Il quadro che emerge da questo lavoro è quello di un mercato pronto ad esplodere: il bisogno di mobilità nelle imprese è diventata una delle principali priorità di investimento, tanto che oggipiù di 2/3 dei CIO si dichiara pronto a considerare un forte investimento in questo settore. All’interno di questo contesto stanno sempre più acquisendo importanza i nuovi dispositivi Tablet, che unendo la semplicità di utilizzo, la portabilità e la capacità di presentazione e il fatto di essere alwaysconnected, abilitano una serie di benefici per alcune figure aziendali che fanno della mobilità e del tempo di risposta due parametri chiave del proprio lavoro.

I Tablet sono ad oggi già adottati, o sono in procinto di esserlo, nel 68% delle imprese italiane, con un tasso di soddisfazione medio-alto e con ancora molti margini di miglioramento che segue la sempre maggiore maturità nella filiera dei contenuti. Rispetto al 2011, i dati rilevati quest’anno mostrano una acquisita piena consapevolezza del fenomeno: solo il 10% dei CIO ritiene di poter fare a meno di prendere in considerazione la loro adozione. Le figure professionali che guidano l’adozione dei nuovi tablet sono principalmente gli Executive & C-level, oggi già largamente dotati, il personale di vendita e i manutentori e trasportatori che passano gran parte del loro tempo fuori sede di lavoro.

Interessante notare come, per gli Executive & C-level, raramente i tablet vengono visti come strumento sostitutivo di notebook, smartphone o altri dispositivi, ma rappresentino piuttosto un complemento agli strumenti già attualmente in loro possesso che permettono il monitoraggio e la risposta tempestiva dei processi di business aziendali . Per la fieldforce e salesforce rappresenta invece lo strumento di lavoro principale, che permette di accelerare, se non eliminare quasi completamente, le attività di backend e offrire al cliente un servizio tempestivo e di maggior qualità.

Gli elementi chiave che stanno permettendo ai tablet di raggiungere piena maturità nel mondo aziendale sono i sistemi di App Management e di Device Management. Gli Enterprise Application Store (EAS) permettono la gestione e il deploy centralizzato delle applicazioni business critical, fornendo funzionalità avanzate di notifica e controllo degli accessi, riproducendo la user experience delle soluzioni consumer. Possono essere gestiti dall’impresa stessa (Private EAS) o da attori terzi che li rendono disponibili a più imprese. A ciò si unisce una gestione di sicurezza dei dati e dei dispositivi e una profilazione degli utenti che permette un controllo totale dell’operato degli stessi, e minimizzano la possibilità di perdita di dati business critical in caso di smarrimento.

Se i tablet sono quindi già entrati massicciamente in molte imprese, l’adozione degli EAS è invece ancora piuttosto lenta, con solo il 18% delle aziende italiane che l’hanno introdotto o sono in procinto di farlo. Essi prediligono la forma di Private EAS (56%), e,in parti minori,anche affidando la loro gestione a provider esterni o agli stessi Store consumer.

Nella seconda parte del convegno ha preso la parola Filippo Passerini, Global Business Services e CIO di Procter&Gamble, che ha dato alcuni interessanti spunti sul cambiamento di paradigma necessario per supportare l’introduzione di questi nuovi device in azienda lato Direzione IT.

Secondo Passerini vi sono dei “dilemmi” che ogni CIO deve affrontare nelle scelte strategiche di adozione di questi nuovi strumenti, che non hanno una soluzione univoca, ma un bilanciamento ottimale dei pesi in base alle diverse necessità peculiari. Tra i maggiori vi è sicuramente quello del “Costo vs. Valore”: l’introduzione dei tablet e smartphone rappresenta un costo 1,4 e 1,8 volte maggiore del costo d’introduzione di un pc e ad incidere maggiormente è il costo del piano dati. Bisogna quindi, in un periodo come quello attuale, riuscire a giustificare in maniera robusta un raddoppiamento dei costi a fronte di un ritorno di valore che non sempre è altrettanto facilmente percepito. Allo stesso tempo è importante riuscire a mantenere il controllo sui contenuti e sui dati e un elevato standard di sicurezza, senza rinunciare alla flessibilità e all’usabilità dei nuovi strumenti.

Vi sono inoltre significative differenze nello sviluppo di applicazioni mobile rispetto a quelle classiche, che, anche nel campo business, strizzano un occhio alla “consumerizzazione” del mercato. Al giorno d’oggi è impensabile pensare di sviluppare per un’unica piattaforma, come si è fatto fino a poco tempo fa: la portabilità è un elemento imprescindibile nel nuovo paradigma di sviluppo software per i tablet. Inoltre è fondamentale una progettazione attenta dell’user experience di menù ed elementi grafici e una riduzione dello scope per focalizzarsi su applicazioni che supportano task specifici e verticalizzati.

Secondo Passerini inoltre, il paradigma del Bring Your Own Device (BYOD), ossia il lasciare all’utente la possibilità (e l’onere) di acquisto del device che più aggrada, è la strada migliore per abbassare i costi aziendali e garantire un utilizzo dello strumento, salvo stabilire congrui incentivi per indirizzare l’acquisto, policy di sicurezza e paletti che garantiscano una fruibilità omogenea dei contenuti. Far pagare l’applicazione sviluppata e distribuita attraverso l’Application Store direttamente alla business unit a cui si rivolge,può in questi casi avere l’effetto di allocare direttamente su chi consuma le soluzioni create, implicando una più attenta valutazione dei benefici a monte dello sviluppo.

Il convegno si è chiuso infine con la tavola rotonda che ha visto coinvolti i maggiori player del settore: i temi trattati sono stati in questo caso l’offerta delle telco per supportare questi nuovi dispositivi, in particolare in caso di roaming internazionale, il form factorideale dei tablet in base all’utilizzo (10 pollici vs 7 pollici), il diverso target dei sistemi operativi attualmente sul mercato, l’offerta di applicazioni e servizi e il ruolo trasversale del cloud computing nella fruizione in mobilità dei dati e delle applicazioni.

E questo è tutto.

Claudio Rava

Photo by NickyColman

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