Better Software 2011 : la cronaca del secondo giorno

Ed eccoci al secondo giorno di conferenza: tutti pronti per cominciare una nuova sessione, con undici nuovi talk.

Ad aprire la giornata è stato Gaetano Mazzanti, con il tema spinoso delle metriche: quanto le metriche utilizzate riescono a rappresentare correttamente la situazione? Possono essere “aggirabili” o “falsate”?
Nel talk è stato proposto il concetto di “learn, change and move on”: le metriche non sono eterne e non descrivono sempre tutto, perciò bisogna saperle ridefinire, tarare e – eventualmente – sostituire nel corso del tempo; infine, è stato descritto un insieme di esempi in cui alcune metriche “standard” si dimostrano poco affidabili (primo tra tutti, la velocity).

Subito dopo, Fabio Armani ha introdotto Scrumban, una nuova metodologia di progettazione nato dalla fusione tra la metodologia Scrum e i concetti lean di Kanban.
Fabio ha portato la sua esperienza in una grande realtà aziendale, in cui ha seguito il processo di migrazione verso metodologie agili. La cosa sicuramente più interessante è stato il concetto di scalabilità di questo approccio: Scrumban è adattabile sia in contesti relativamente piccoli che in società decisamente grandi ed articolate, attraverso il principio degli “Scrum of scrums”. Per poter rendere al meglio, però, bisogna sempre tener presenti le peculiarità di entrambi i “genitori” di Scrumban, e saperli adattare al contesto accentuando l’utilizzo di alcuni aspetti piuttosto che altri.

Matteo Vaccari ha concluso il trittico “lean/agile”, ed ha presentato un talk su Pianificazione, Pattern e Antipattern. Il talk è stato particolarmente interessante, in special modo nell’analizzare la gestione dei rapporti tra consulenti e committenti: come ci si deve porre? Qual è il livello di interazione, quali sono i requisiti su cui ci si confronta e chi sceglie?
Bisogna poi fare attenzione a distinguere i requisiti funzionali da quelli non funzionali, tenendo presente che sono spesso questi ultimi a causare il buon esito o il mancato raggiungimento dei risultati; inoltre, è importante saper distinguere sempre i requisiti dalle soluzioni, per evitare di passare direttamente a queste ultime creando prodotti ben fatti, ma sostanzialmente inutili.

Dopo la pausa caffè, il tema dei talk a cui ho assistito è cambiato radicalmente: da un contesto più “Agile” si è passati a temi “Mobile”: Fabio Collini ha portato alcuni consigli su come sviluppare e proporre applicazioni Android, sottolineando gli aspetti su cui fare attenzione – per esempio, come realizzare l’internazionalizzazione – e i tipici errori di chi si avvicina a questo mondo. Inoltre, un altro aspetto evidenziato è stata la frammentazione dei dispositivi di destinazione: diverse dimensioni, risoluzioni, prestazioni richiedono una progettazione attenta e dedicata. Per inciso, Fabio è l’autore di Apps organizer e Folder organizer, due applicazioni che su Android sono decisamente un must.

Ancora in tema Android, Ugo Landini ha presentato la tematica del Mobile Game Programming, introducendo Lua, che con Corona e Moai permette di realizzare applicazioni mobili cross-platform. Purtroppo non si è potuti scendere molto nel dettaglio e nelle modalità di realizzazione delle applicazioni, peccato… tuttavia poter utilizzare un linguaggio per realizzare applicazioni sia per Android che per iOS sembra davvero un’ottima cosa!! Da provare!!

Francesco Fullone ha ripreso in mano la platea dopo la pausa pranzo, nel momento più delicato (:-D) con un talk spiccatamente tecnico, e con una panoramica a 360° sul funzionamento dei browser dei dispositivi mobili: nella progettazione in ambito web, bisogna sempre tener conto di aspetti come la cache dei dispositivi – che varia da modello a modello – e le capacità di eseguire codice più o meno elaborato: richiedere il download di JQuery per ogni pagina può essere fastidioso!!

Alfredo Morresi ha invece proposto dei suggerimenti per migliorare il testing nel mondo Android: i test di integrazione proposti seguono progetti sviluppati con medologie TDD (Test Driven Development), e anche in questo caso si basano su librerie e script che permettono di automatizzare varie operazioni di testing.

Nel talk successivo si è parlato invece della piattaforma Flash con Luca Mezzalira, focalizzandosi principalmente sul Adobe AIR, sulle sue potenzialità e sulle prospettive di sviluppo sui dispositivi – anche Apple – nel futuro prossimo.

Java viene da Marte, Ruby da Venere…. come titolo è curioso, non c’è dubbio. Così è stato anche il talk di Paolo Perrotta, che in modo divertente ma non banale ha fatto riflettere un po’ tutti sulle differenze “filosofiche” tra linguaggi statici e dinamici (prendendo ad esempio Java e Ruby) e su come queste influenzino in modo concreto il modo di programmare, organizzare e gestire il lavoro dello sviluppatore.

Nel talk successivo Manuele Piastra e Niccolò Francini hanno portato la loro esperienza relativamente a un progetto – durato 4 anni – gestito in parte in outsourcing in differenti paesi esteri, mostrando come esternalizzare alcune sezioni di un progetto non sia la garanzia di grandi risparmi, ma come – se ben gestito – un approccio di questo tipo può portare comunque a buoni risultati.

L’ultimo talk – presentato da Gabriele Bartolini – è stato una presentazione sintetica di PostgreSQL, descrivendone i vantaggi rispetto a soluzioni proprietarie ed evidenziandone gli aspetti che lo rendono un prodotto maturo, pronto per essere adottato anche in ambienti critici e di grandi dimensioni.

Una bella rassegna di temi, non c’è che dire: 24 talk di livello decisamente medio-alto, organizzati in modo impeccabile e con relatori sempre disponibili – nei momenti di pausa – a confrontarsi con chiunque, approfondendo o spiegando.
Si percepisce in maniera netta come le problematiche e le tematiche trattate, in prevalenza in ambito Mobile e Lean/Agile, provengono direttamente da contesti lavorativi, e non sono elementi “teorici” che mi è capitato di incontrare in altre occasioni.
Devo riconoscere che – specialmente per quanto riguarda il discorso Agile – nella mia esperienza lavorativa non mi è ancora capitato di far parte di gruppi di lavoro che seguissero queste metodologie, ma sicuramente potrò fare tesoro degli spunti visti in questi due giorni e provare ad applicarli quando possibile!!

Appuntamento al prossimo anno magari con un intervento targato ABS!

Gabriele Baroni

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